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Josep Lluís Serrano Pentinat
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Jordi Llisterri- CR/ La Seu d’Urgell Il canto del Gloria che ha dato inizio alla lunga cerimonia è risuonato più leggero del solito. L'ordinazione del vescovo coadiutore di Urgell, Josep-Lluís Serrano Pentinat, mette fine a tutte le speculazioni sulla volontà della Chiesa di mantenere il coprincipato di Andorra. E apre una fase di collaborazione tra l'attuale arcivescovo Joan-Enric Vives e il suo successore. Lo ha sottolineato il vescovo coadiutore nel suo discorso finale: "Vengo a servirvi con l'arcivescovo, monsignor Joan-Enric, per camminare insieme".

La celebrazione si è svolta sabato 21 settembre nella cattedrale di Urgell, gremita di fedeli mentre molti altri hanno dovuto seguirla dagli schermi installati nel chiostro romanico. È stato un momento importante per la diocesi, accompagnata dalle massime autorità andorrane e catalane.

Il capo del governo di Andorra, Xavier Espot, ha guidato la rappresentanza di una quarantina  di funzionari andorrani, tra cui il rappresentante del co-principe francese, Patrick Strozda, e del co-principe episcopale, Eduard Ibáñez. Il presidente della Generalitat, Salvador Illa, è stato accompagnato dal ministro di Giustizia Ramon Espadaler e da diversi sindaci, come quello di Tivissa, città natale di mons. Serrano. Negli ultimi anni non era consueto che il presidente della Generalitat assistesse a un'ordinazione episcopale.

L’importanza istituzionale è stato rimarcata anche dalla presenza di mons. Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, giunto da Roma per presiedere l'ordinazione. Fino ad ora era stato il superiore di Josep-Lluís Serrano, che era consigliere in questo dicastero della Santa Sede. Oltre a Peña Parra, i principali concelebranti sono stati l'arcivescovo Vives e il vescovo di Tortosa, Sergi Gordo, diocesi dove Serrano era incardinato. Tra i 33 vescovi che hanno concelebrato c'erano il cardinale arcivescovo di Barcellona Joan Josep Omella, l'arcivescovo primate Joan Planellas, il nunzio Bernardito Auza e i precedenti vescovi di Tortosa.

Serrano: "Oggi rendo grazie per essere stato chiamato a servirvi"

"Oggi rendo grazie per essere stato chiamato a servirvi". Questo è stato il messaggio di Josep-Lluis Serrano al termine della celebrazione. In un discorso commosso, ha ringraziato la presenza di coloro che hanno fatto parte della sua vita e del suo percorso sacerdotale in questi anni. Particolarmente commosso con sua madre, venuta da Tivissa con un folto gruppo di fedeli.
Nel discorso ha anche evidenziato alcuni ambiti in cui vuole servire come vescovo. Catechesi, famiglie, lavoratori, immigrati e anziani sono alcuni dei settori pastorali menzionati. E, anche, “servirvi nelle istituzioni pubbliche, per diventare luce, giustizia e pace, cercando sempre il bene comune del nostro popolo”. È stato il riferimento più chiaro che ha fatto al suo futuro come co-principe episcopale il giorno in cui sarà accolta la rinuncia di mons. Vives. Il Sinodo, il Concilio provinciale Tarraconense e il Vaticano II sono stati altri riferimenti in un discorso di tono teologico e spirituale. Ha concluso parlando della missione della Chiesa in un tempo in cui “è necessario redimere, è necessario consolare, è necessario guarire, è necessario risollevare, è necessario recuperare, è necessario ricreare" e far sì che "il tessuto sociale diventi un tessuto fraterno".

Le brevi inquadrature offerte dagli schermi hanno permesso di focalizzare nel dettaglio le espressioni di emozione del nuovo vescovo nei momenti più rilevanti. Un uomo dall'apparenza timida, ma molto espressivo attraverso gli occhi aperti e limpidi che sembrano fissarsi in tutto.

VIVES: "un vescovo con l’odore della terra e del paese"

"Ci è stato detto che Josep-Lluís è molto buono". Così l'arcivescovo Joan-Enric Vives si è rivolto a monsignor Peña Parra nel discorso di benvenuto riferendosi a ciò che è stato riferito dalla Santa Sede e da Tortosa sul nuovo vescovo. "Siamo tutti contenti del suo arrivo" ha assicurato Vives, per sottolineare che ora "lavoreremo insieme accompagnando il Popolo di Dio" a fianco dei poveri e dei peccatori, collaborando per realizzare una società più giusta e fraterna". L'arcivescovo ha parlato di Serrano come "un vescovo pastore, con l’odore della terra e del paese, con un grande amore per la lingua e la cultura catalana che condividiamo". C'è stato anche un breve saluto del nunzio.

Nell'omelia, Peña Parra ha ripercorso alcuni obblighi derivanti dall'esercizio dell'episcopato e ha sottolineato "l'obbedienza, l'umiltà e la competenza" con cui Serrano ha finora servito il Santo Padre. Parra, proveniente dal Venezuela, ha celebrato tutto il rito in catalano e anche parte dell'omelia.

Una delle novità della giornata è stata la scoperta dello stemma episcopale e del motto del nuovo prelato: Ut vitam habeant (affinché abbiano la vita). Una citazione dal Vangelo di Giovanni che sottolinea il dono agli altri e fa riferimento al diritto alla vita, in un contesto in cui viene messo in discussione.

Erano oltre 50 anni che non si celebrava un’ordinazione episcopale a Urgell, da quando nel 1971 arrivò mons. Joan Martí Alanís.

 

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