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Glòria Barrete -CRAtteggiamento di attesa, osservatore e cauto. Così Xabier Gómez, nominato nuovo vescovo di Sant Feliu, è entrato nella diocesi di Sant Feliu per presentarsi ai media, al clero e ai fedeli della diocesi riuniti martedì scorso nell'auditorium della Casa della Chiesa di Sant Feliu. La diocesi ha vent'anni e ha avuto finora un solo vescovo, Agustí Cortés, che, con gioia ed esultanza, ha accompagnato colui che dal 30 novembre sarà il suo successore.

"Ho ricevuto questa nomina con grande soddisfazione", ha spiegato Cortés, "per il momento e per la persona". Il momento è noto. Sono passati due anni da quando Cortés ha presentato le sue dimissioni a Papa Francesco per limiti di età e da tempo soffre di una malattia che più volte ne ha messo a dura prova la salute. E per la persona. "Una persona con un curriculum che trasuda carisma domenicano e che gli fa porre l'accento su ambiti molto importanti della vita", ha affermato Cortés.

Ha imparato il catalano attraverso un corso, insieme a tanti immigrati "che poi hanno forgiato la mia vocazione"

Una nomina accolta con sorpresa per la provenienza (il nuovo ordinario è basco, ndt) e, secondo le parole dello stesso vescovo eletto, "con sorpresa, timore e tremore". Pur non essendo catalano, Xabier Gómez ha dichiarato che durante il suo breve soggiorno a Barcellona (è stato priore della comunità domenicana in Carrer Ausiàs March per tre anni a partire dal 2016) ha imparato il catalano e ha conosciuto la nostra cultura. "Una lingua e una cultura che voglio continuare ad apprendere". Ha imparato il catalano attraverso un corso del Consorzio per la Normalizzazione Linguistica, insieme a tanti immigrati "che poi hanno forgiato la mia vocazione".

Direttore del Dipartimento per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Spagnola dal 2021 fino ad oggi, ha ribadito che continuerà questo lavoro nella diocesi. "Da una prospettiva diversa, ma con lo stesso impegno per continuare a promuovere comunità accoglienti", ha spiegato, perché per lui gli immigrati "arricchiscono la società e rivitalizzano le parrocchie".

Proveniente da una famiglia semplice, Gómez ha riconosciuto quanto sia speciale per lui poter vivere il Millenario di Montserrat come vescovo di Sant Feliu. "Sono membro della Confraternita di Nostra Signora di Montserrat da sei anni", ha affermato. Meno contento, ha spiegato ai media in un incontro informale, di dover abbandonare "la nostra cultura del 'tapeo', così tipica dei Paesi Baschi", uscendo la sera, avvicinandosi alla gente e stando vicino ai più deboli.

"I poveri sono il tesoro della Chiesa", ha ripetuto più volte, riprendendo una frase di San Lorenzo, patrono di Sant Feliu, e tenendo tra le mani un rosario di legno. Il nuovo vescovo di Sant Feliu ha ben chiaro che è necessaria “una cultura dell'incontro” in mezzo a un mondo “polarizzato e pieno di autoreferenzialità”. Il nuovo vescovo, così come il neovescovo di Girona, il cistercense fra Octavi Vilà, indosserà l'abito domenicano, nei momenti specifici e celebrativi in ​​cui sarà necessario.

Senza scudo episcopale e con un breve motto carico di intenzioni - humilitas - la mattina del 30 novembre sarà ordinato nella cattedrale di Sant Feliu, che ospiterà per la prima volta un'ordinazione episcopale.

 

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