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presentació Baròmetre 2024
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In cosa credono i catalani? Quali sono le loro pratiche religiose? Si è interrotta la trasmissione della fede cattolica dai genitori ai figli? Queste questioni sono state trattate martedì sera all'Istituto di Studi Catalani in occasione della presentazione del libro Religiosità e gestione della diversità in Catalogna. Un'analisi basata sui dati del Barometro sulla religiosità e la gestione della diversità del 2023, pubblicata dalla Direzione Generale degli Affari Religiosi. L'opera, con dieci articoli firmati da quattordici autori, analizza come viene vissuta oggi la religiosità in Catalogna, dalle credenze alla trasmissione della fede, e ha l'obiettivo di avviare un dialogo su se la società catalana possa essere definita religiosa.
 
Il direttore generale degli Affari Religiosi del Governo della Catalogna, Ramon Bassas, ha inaugurato l'evento sottolineando l'importanza del Barometro come strumento per comprendere la realtà del territorio. "Tutte le persone hanno una dimensione religiosa, con elementi espliciti e impliciti", ha detto Bassas, evidenziando tre grandi temi che definiscono il cambiamento religioso attuale: la secolarizzazione, che ha reso l'aspetto religioso un elemento irrilevante; la diversità, intensificata dall'aumento del numero di confessioni; e la crisi del linguaggio religioso, un concetto che Bassas ha associato alle riflessioni del pensatore e monaco Lluís Duch.

"Tutte le persone hanno una dimensione religiosa, con elementi espliciti e impliciti"

Il direttore generale ha affermato che il libro tratta aspetti chiave come la conoscenza reciproca, la trasmissione della fede, e la tolleranza o il rifiuto del fenomeno religioso. A suo avviso, "la Catalogna è una società tollerante nei confronti del fenomeno religioso. L'odio verso la religione non è maggioritario, né lo è la radicalizzazione". L'evento ha visto un dialogo moderato dalla giornalista Laura Mor, che ha riunito due esperti di rilievo: la sociologa Marina Subirats e il filosofo e teologo Francesc Torralba, membro del Dicastero della Cultura e dell’educazione della Santa Sede.
 
Interrogati sui dati sorprendenti contenuti nel Barometro, Torralba ha sottolineato l'aumento delle credenze non tradizionali e delle credenze popolari, come il karma, mentre vengono rifiutate le credenze classiche. "Ora c'è chi crede nel karma, ma non nella resurrezione della carne", ha affermato. Ha parlato di una "credulità selettiva acritica" e di un atteggiamento di indifferenza verso certe tradizioni.
 
Da parte sua, Subirats ha sottolineato che non la sorprende "la diminuzione della fede nella Chiesa cattolica, spesso percepita in passato come una religione di minaccia, e non di speranza". Al contrario, ha evidenziato "il grado di tolleranza della società catalana nei confronti delle religioni, nonostante l'offensiva politica e sociale contro le migrazioni".

"viviamo una crisi di visione del mondo e un profondo disorientamento, poiché le domande chiave sul senso della vita non vengono più poste”

Un altro tema rilevante è stato il processo di secolarizzazione. Subirats ha legato la religione al concetto di "riunire" le persone e ha lamentato la perdita della dimensione collettiva della fede. Torralba ha aggiunto che "viviamo una crisi di visione del mondo e un profondo disorientamento, poiché le domande chiave sul senso della vita non vengono più poste".
 
Laura Mor ha indirizzato il dibattito verso le pratiche religiose attuali e sul modo in cui sono cambiate. Torralba ha sottolineato che "si è persa la benedizione della tavola, ma c'è chi abbraccia gli alberi il sabato, o pratica yoga e tai chi". Ha definito queste nuove forme di pratica come esempi, in alcuni casi, di un certo "snobismo del fenomeno religioso" che cerca modernità in tradizioni ancestrali di altre culture, ma le presenta come "pratiche nuove".
 
Subirats ha concordato sul fatto che le persone non ritengono più necessario pregare, ma ha osservato che la grande religione di oggi è il consumo. In questo senso, Torralba ha sottolineato che "la fede non ha spazio nelle decisioni della vita delle persone" e che bisognerebbe riflettere sui nuovi modelli di influenza dei giovani, come artisti e youtuber.
 
I relatori hanno concordato sul fatto che il libro presentato e il Barometro forniscono dati preziosi per comprendere la società catalana e pensare a strategie politiche e sociali. Come ha affermato Bassas all'inizio dell'evento, "è essenziale ascoltare queste voci per capire come siamo noi catalani e per continuare ad avanzare nella gestione della diversità e della religiosità".

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