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Fotografia: A. Codinach | Arquebisbat de Barcelona.
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Gaietà Clausellas e Antoni Tort sono stati beatificati sabato mattina nella basilica della Sagrada Familia di Barcellona, ​​alla presenza di oltre 1.500 fedeli provenienti principalmente dalle diocesi di Barcellona e Terrassa, e numerosi sacerdoti, diaconi e seminaristi di entrambi i territori diocesani. La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi e rappresentante del Santo Padre. Hanno concelebrato il nunzio apostolico, Bernardito Auza l'arcivescovo di Barcellona cardinale Joan Josep Omella; il vescovo di Terrassa, Salvador Cristau. Hanno partecipato alla celebrazione anche l'arcivescovo di Tarragona, Joan Planellas, e il vescovo di Girona, fra Octavi Vilà.
 
Per quanto riguarda le autorità civili, erano presenti tra gli altri il ​​ministro di Giustizia e Qualità Democratica del Governo della Catalogna, Ramon Espadaler; il direttore generale degli Affari Religiosi Ramon Bassas; la sindaca di Sabadell, Marta Farrés e quella di Monistrol de Montserrat, Núria Carreras.
 
Durante l'omelia, il cardinale Marcello Semeraro ha messo in evidenza la vita di carità e fedeltà cristiana fino alla morte di Clausellas e Tort. Semeraro ha sottolineato come entrambi abbiano seguito l'esempio del Buon Samaritano, dedicandosi ai più bisognosi: Clausellas, con umiltà e servizio ai poveri, e Tort, curando i malati e proteggendo con coraggio l’Eucarestia.
 
Il cardinale ha ricordato le parole del Vangelo di Giovanni: “Se il chicco di grano non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto”, per sottolineare che la vita diventa feconda solo quando viene donata agli altri. Ha anche evidenziato che i martiri hanno capito che seguire Cristo significa lasciarsi guidare da Dio, anche se ciò comporta sacrifici estremi. Il cardinale Marcello Semeraro ha aggiunto che “la vita ha senso solo se viene donata agli altri, come hanno fatto i due martiri”. Inoltre, Semeraro ha citato sant'Agostino e san Gregorio di Nissa, ribadendo che imitare Gesù implica vivere nell'amore e nel servizio. Ha concluso l'omelia esortando i fedeli a seguire l'esempio dei beati, confidando che questo cammino di donazione ci conduce alla casa del Padre.
 
Il cardinale Semeraro ha letto in latino la Lettera Apostolica di Papa Francesco, nella quale vengono iscritti nel Libro dei Beati i venerabili Gaietà, sacerdote, e Antoni, laico. Successivamente, sono state presentate le reliquie dei nuovi beati e si è dedicato un momento alla preghiera. Il cardinale Omella ha espresso la sua gratitudine al Santo Padre per questa beatificazione.

"La Chiesa di Dio che pellegrina a Barcellona e a Terrassa rende grazie a Francesco, per la beatificazione di questi martiri che hanno versato il loro sangue in difesa della fede"

Prima di concludere la celebrazione, il cardinale Joan Josep Omella ha pronunciato alcune parole a nome dell'Arcidiocesi di Barcellona e della Diocesi di Terrassa, ringraziando il Papa per la Lettera Apostolica che certifica queste beatificazioni. Ha affermato: "La Chiesa di Dio che pellegrina a Barcellona e a Terrassa, unita ai familiari dei martiri e a tutta l'assemblea, rende grazie al successore dell'Apostolo Pietro, Sua Santità Papa Francesco, per la beatificazione di questi martiri che hanno versato il loro sangue in difesa della fede". Infine, dopo la benedizione, il coro e l'assemblea hanno cantato il Virolai, concludendo una giornata di grande gioia per le diocesi di Barcellona e Terrassa.
 
Gaietà Clausellas nacque a Sabadell nel 1863 ed è stato un sacerdote esemplare, distintosi per il suo zelo apostolico e la sua dedizione ai poveri e agli ammalati. Ha servito in diverse parrocchie e, dal 1916, come cappellano delle Sorelle degli Anziani Abbandonati a Sabadell. Morì martire il 14 agosto del 1936 durante la Guerra Civile, e le sue spoglie riposano nella chiesa di Sant Fèlix de Sabadell.
 
Antonio Tort i Reixachs, nato nel 1895 a Monistrol de Montserrat, fu un marito e padre esemplare, distintosi per la sua profonda fede e le sue opere di carità. Argentiere specializzato in oggetti liturgici, visse un'intensa devozione eucaristica e un forte impegno verso i più bisognosi. Durante la persecuzione religiosa del 1936, protesse il vescovo di Barcellona, ​​il suo segretario e quattro religiose nella sua casa. Arrestato dai miliziani, difese l'Eucaristia con coraggio e fu assassinato il 3 dicembre 1936, testimoniando la sua fede fino alla morte.

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