(CR) La Conferenza Episcopale Spagnola (CEE), presieduta dall’arcivescovo di Barcellona cardinale Joan Josep Omella, ha manifestato la sua contrarietà per i passi compiuti al Congresso dei Deputati per approvare la legge che regolerà l’eutanasia. I vescovi denunciano che la procedura è stata avviata in maniera “sospettosamente accelerata, in tempi di pandemia e di stato d’allerta”. La CEE sottolinea la mancanza di un dibattito pubblico in una questione che considerano di “rottura morale”. I vescovi spingono per investimenti pubblici nelle cure palliative e per la “vicinanza e accompagnamento integrale nella tappa finale della vita”.
Di seguito il testo integrale della nota della CEE
- Il Congresso dei Deputati è sul punto di completare l’approvazione della Legge che regolamenta l’eutanasia. La procedura è avvenuta in maniera sospettosamente accelerata, in tempi di pandemia e di stato di allerta, senza confronto né dibattito pubblico. Il fatto è particolarmente grave perché stabilisce una rottura morale; un cambio nelle finalità dello Stato: dal difendere la vita all’essere responsabile della morte provocata; e anche della professione medica, ‘chiamata per quanto possibile a guarire o almeno ad alleviare, in ogni caso a consolare, mai a provocare intenzionalmente la morte’. È una proposta che fa gioco alla visione antropologica e culturale dei sistemi di potere dominanti nel mondo.
- La Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’approvazione esplicita del Papa Francesco, ha pubblicato la lettera Samaritanus Bonus sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita. Questo testo illumina la riflessione e il giudizio morale su questo tipo di legislazioni. Anche la CEE con il documento ‘Seminatori di speranza. Accogliere, proteggere e accompagnare nella tappa finale di questa vita’ offre alcune linee guida sulla questione.
- È urgente promuovere le cure palliative, che aiutino a vivere la malattia grave senza dolore, e l’accompagnamento integrale, pertanto anche spirituale, ai malati e alle loro famiglie. Questa cura integrale allevia il dolore, consola e offre la speranza che nasce dalla fede e dà senso a tutta la vita umana, perfino nella sofferenza e nella vulnerabilità.
- La pandemia ha messo in evidenza la fragilità della vita e ha provocato sollecitudine per le cure, ma allo stesso tempo indignazione per la scarsa attenzione verso gli anziani. È cresciuta la consapevolezza che mettere fine alla vita non è la soluzione per affrontare un problema umano. Siamo grati per il lavoro dei sanitari e il valore della nostra sanità pubblica, chiedendone anche un miglioramento e maggiori stanziamenti. La morte provocata non può essere una scorciatoia che per risparmiar risorse umane ed economiche nelle cure palliative e nell’accompagnamento integrale. Al contrario, piuttosto che ricorrere alla morte come soluzione, bisogna investire nelle cure e nella vicinanza di cui tutti abbiamo bisogno nella tappa finale di questa vita. Questa è la vera compassione.
- L’esperienza di pochi paesi in cui è stata legalizzata, ci dice che l’eutanasia spinge alla morte dei più deboli. Nell’offrire questo supposto diritto, la persona, che si considera un peso per la famiglia e per la società, si sente condizionata a chiedere la morte quando una legge lo spinge in questa direzione. La mancanza di cure palliative è un’altra manifestazione della disuguaglianza sociale. Molte persone muoiono senza poter ricevere queste cure e possono contare solo su quelle che possono pagarsi.
- Con il Papa diciamo: ‘L’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai coloro che soffrono, non arrendersi mai ma prendersi cura e amare per dare speranza’. Invitiamo a rispondere a questo appello con la preghiera, la cura e la testimonianza pubblica che favoriscano un impegno personale e istituzionale a favore della vita, delle cure e di un’autentica buona morte accompagnata dalla speranza.
- Chiediamo a chi ha responsabilità nell’adottare tali gravi decisioni di agire in coscienza secondo verità e giustizia.
- Perciò invitiamo i cattolici spagnoli a una Giornata di digiuno e preghiera mercoledì 16 dicembre, per chiedere al Signore che ispiri leggi che rispettino e promuovano la cura della vita umana. Invitiamo tutte le persone e le istituzioni che lo desiderino a unirsi a questa iniziativa.
Ci affidiamo a Santa Maria Madre della Vita e Salute dei malati e all’intercessione di S. Giuseppe, patrono della buona morte, nel suo anno giubilare.