CR/ FJM Trentasei ore, quattro redattori e tante ore di fila senza dormire. Sono alcuni dei dati da cui è scaturita la relazione di sintesi della tappa sinodale che si è appena conclusa e che è stata illustrata dal suo relatore, il cardinale e vescovo di Lussemburgo, Jean-Claude Hollerich. Lo ha fatto a Barcellona durante la conferenza inaugurale della Fondazione Joan Maragall che si è tenuta martedì sera presso il Collegio Universitario Sant Pacià con il titolo “Il Sinodo, le sfide del nostro tempo e il futuro della Chiesa”, con la partecipazione del vescovo ausiliare del Barcellona, David Abadias.
Il documento finale del Sinodo, ha spiegato Hollerich, è un documento “transitorio”, perché bisogna ricordare che il Sinodo non è finito, si concluderà l'anno prossimo, nel mese di ottobre 2024. Il documento reso pubblico è importante perché, ha detto ancora Hollerich, "i partecipanti al Sinodo si sono riconosciuti in esso". Un esempio, ha spiegato, di come il documento non possa essere manipolato né da vescovi né da cardinali, “né da alcun altro”.
Un testo, ha rimarcato più volte, che parla soprattutto di "accogliere tutti". Nel testo si parla di omosessualità, poligamia o accesso delle donne al diaconato, "un tema di cui si è parlato molto", ha riconosciuto. L'idea finale in tutti i casi, ha spiegato, è che "chiunque sia il benvenuto nella Chiesa". Hollerich ha confessato che su molte questioni c'era una maggioranza d'accordo e una piccola parte molto contraria.
Di fronte a queste posizioni, ha spiegato, temeva il voto finale sul documento finale. "Su ogni paragrafo c'era l'80% dei voti favorevoli, e all'inizio nessuno pensava che questo sarebbe stato il risultato, è stato fantastico", ha ammesso.
Hollerich sostiene che “se si vuole essere una Chiesa missionaria, bisogna adottare l'atteggiamento di Gesù, dobbiamo accogliere tutti, e questo non significa accettare quello che fanno, ma dobbiamo accogliere tutti, come Gesù”. Il Sinodo ha rafforzato per Hollerich l'idea che "bisogna avere fiducia nello Spirito", che agisce, dice il cardinale, "dialogando su posizioni opposte".
Con il Sinodo, spiega, si è capito anche che la Chiesa "non la muove la gerarchia", né che la Chiesa "sono i vescovi", ma che la Chiesa "non può decidere senza di me; però nemmeno io posso decidere nulla senza la Chiesa con la maiuscola, il popolo di Dio”. Per Hollerich, "occorre trovare il modo di fare una Chiesa diversa, con tutti, una Chiesa dove ciascuno conti".