ARCIDIOCESI DI TARRAGONA Venerdì 23 settembre, Tarragona ha celebrato la festa patronale in onore di Santa Tecla, vergine e martire. La giornata è iniziata al mattino con la celebrazione del Pontificale in onore della santa patrona della città, presieduto dall'arcivescovo Joan Planellas.
Nell'omelia l’arcivescovo ha fatto riferimento alla celebrazione del 700° anniversario dell'arrivo in città della reliquia del braccio di Santa Tecla: «È il coraggio della fede che ci fa essere, a settecento anni di distanza, eredi di tanta storia, di tanta fede vissuta e sofferta, e anche di tante preghiere e tante richieste alla giovane martire che è diventata, col suo esempio, una santa molto tarragonina».
L'arcivescovo ha parlato della vita di santa Tecla, “una giovane, originaria di Iconio, nell’Asia Minore, che rifiutò un matrimonio combinato e si convertì alla fede cristiana grazie alla predicazione di san Paolo”. Con la sua testimonianza ha evidenziato che "la fermezza della fede, la verginità e l’audacia vanno di pari passo". Planellas a ricordato che «Tecla agisce spinta dalla libertà che il Signore le ha dato e proprio in questo aspetto si trova il fulcro della sua santità».
Seguendo questo esempio di libertà, Planellas ha invitato i cristiani a continuare a gridare "'sacrilegio, sacrilegio' quando la libertà delle persone è minacciata e frustrata, quando assistiamo ad abusi di potere e di coscienza intorno a noi, quando la vita umana è disprezzata, sia che sia al suo inizio, o nel suo sviluppo, o nella fase finale dell'esistenza”.
«Tecla fu una donna libera da ogni convenzione sociale, che visse la libertà che Cristo le aveva donato. Questo è il vero 'potere' del 'non potere' della povertà evangelica: è la libertà dei figli di Dio», ha assicurato.